Quindi ci stai dicendo che gli alberi capitozzati cadono più facilmente, Stefano?
Certo. Ti spiego come funziona. L’albero, per vivere, deve trovare il perfetto equilibrio nel rapporto tra radici e chioma: ma nell’albero così mutilato, tutte le radici di ancoraggio, le più grosse, lui non le sente più utili quindi non le nutre. Inoltre reagirà al taglio creando più velocemente possibile nuovi rami che non hanno un saldo innesto nel tronco (le gemme vengono emesse tutte insieme e crescono veloci quindi sono più fragili). Nell’arco di 3-5 anni l’albero rifarà la chioma, ma non avrà più il necessario ancoraggio e la sua chioma sarà disordinata e sbilanciata: si crea così un forte scompenso, che mina pesantemente la sua stabilità. E in città questo è molto pericoloso e anche molto costoso. Quando cadrà, anche se nessuno si fa male, ci saranno dei danni, il costo della rimozione e tutto il lavoro e il tempo necessario a ripiantarne un altro che, presumibilmente poi, farà la stessa fine…
Ma le amministrazioni non sanno queste cose? Alla fine si tratta di un costo che ricade sui cittadini…
Il problema è che, se anche le sanno, pensano di spendere meno con un solo intervento radicale dopo molti anni di totale incuria, magari su segnalazione di qualche persona che si lamenta. E visto che l’albero reagisce con lentezza, nessuno addebita a quell’amministrazione la caduta che avviene dopo qualche anno. E molti non sanno che ci sono regolamenti verdi che vietano la capitozzatura. I politici puntano sulla mancanza di informazione e sulla memoria corta dei cittadini…"
Il resto dell'intervista lo trovate su:
fioriefoglie.tgcom24.it/wpmu/2013/05/06/mutilare-gli-alberi-e-giusto-risponde-lesperto/